Frantume – L’arte di Vittorio Valiante come allegoria dell’umanità contemporanea.

di Pamela Blago

In un’epoca in cui o lo si demonizza, oppure lo si esalta, il web compie veri e propri miracoli. Uno di questi consta nel dare visibilità – meritatissima – a talenti del calibro di Vittorio Valiante. Senza le opportunità offerte dalla rete e dai social nella fattispecie, un genio come il suo avrebbe infatti impiegato molto più tempo per emergere, privando la comunità artistica degli stimoli che la sua poetica è in grado di suscitare fin d’ora.
Valiante nasce a Napoli nel 1991, talentuoso fin da piccolo nel disegno e nella pittura. Nel 2009 si diploma presso il liceo d’arte Suor Orsola Benincasa e, dopo un breve periodo all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, seguita a perfezionarsi da autodidatta, raffrontando la propria sensibilità artistica con i canoni pittorici di Rembrandt van Rijn e dei protagonisti della scuola napoletana a cavallo tra Otto e Novecento. Corre l’anno 2018 quando si dedica all’arte madonnara, il 2019 quando dribbla verso l’arte muraria. Saranno queste esperienze a guadagnargli in breve tempo fama di eccellente street artist. Il vero salto di qualità, però, Valiante lo compie nel 2023.

Fig. 1 Vittorio Valiante con alcune sue opere del progetto Frantumi.

Dopo aver condotto un progetto di inclusione e recupero attraverso l’Arte rivolto agli ospiti delle carceri minorili, comprende come spesso gli scarti della società possano tornare ad essere opere d’Arte. Una metafora antropologica e sociologica, ben calibrata sull’esperienza vissuta, che fa nascere in lui l’idea del progetto Frantume: recuperare in strada, estraendoli da cumuli di scarto d’arredo o di edilizia, frammenti di mobili, superfici amorfe da riciclare, trasformandole in veri e propri “pezzi di carne”. Segni della società dello spreco, sovraccarica e immonda nel senso letterale del termine, vengono grazie al suo pennello pacificati con la città degli uomini. Ordine e armonia tornano così a primeggiare sul caos. Una pittura materica la sua, spesso ruvida, dai tratti irregolari e imprevedibili, che trasforma la semplicità delle cromie pastello in incarnati color vissuto. Strati di granellose vernici industriali su rozzi supporti, velati da delicate finiture ad olio, degne dei migliori maestri della pittura italiana degli ultimi cinque secoli. A voler rimarcare i contrasti dell’imperscrutabile animo umano, rude e delicato al contempo; inaccessibile per la scorza, dolce e tenero nel profondo. Bisognoso di superare le schizofrenie che da che mondo è mondo lo caratterizzano, ancor più evidenti in quest’era sconquassante, per recuperare unicità e unitarietà.
Di Vittorio Valiante si sentirà molto parlare negli anni a venire!


Fig. 2 Vittorio Valiante – Frantumi 1
Fig. 3 Vittorio Valiante – Frantumi 2
Fig. 4 Vittorio Valiante – Frantumi 3
Fig. 5 Vittorio Valiante – Frantumi 4
Fig. 6 Vittorio Valiante – Frantumi 5
Fig. 7 Vittorio Valiante – Frantumi 6
Fig. 8 Vittorio Valiante – Frantumi 7

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